SCUOLA : QUALE LEZIONE DALLA PANDEMIA?

Si chiude in questi giorni un anno scolastico durissimo, che ha chiamato tutta la comunità scolastica, alunni, docenti, genitori a gestire una situazione dai contorni inediti, del tutto nuova nella propria esperienza di vita.

Un anno e mezzo di lunghi periodi di sospensione della didattica in presenza, con i limiti e le difficoltà della Dad, con una gestione delle aperture e chiusure spesso fallimentare, con tutte le difficoltà del distanziamento e delle quarantene.

La crescita del disagio psicologico per la deprivazione affettiva e relazionale, talvolta la depressione, spesso l’aggressività contro se stessi e gli altri, sono fenomeni in crescita tra i più giovani e pongono nuove responsabilità al mondo adulto.

E sono proprio i più giovani i portatori di una chiara consapevolezza: la scuola non potrà più essere come prima; non c’è colpo di spugna che consenta di tornare ad un passato che presentava non poche criticità.

Al loro ritorno a scuola in presenza, i nostri ragazzi hanno trovato in molti casi i loro docenti, quegli stessi che nell’emergenza avevano tentato di limitare i danni usando strumentazioni nuove e cercando di mantenere una relazione didattica, colti da un’ansia da prestazione e pronti ad usare un armamentario consolidato nella vecchia scuola: interrogazioni, verifiche quotidiane, compiti a raffica.

Lo spettro della valutazione finale incombe su tutta la scuola italiana.

Mentre andava ricostruita la relazione, la rielaborazione del vissuto, una nuova motivazione, uniche chiavi che consentono l’apprendimento.

La valutazione formativa parte da qui. Nessun invito a sanatorie in nome di un discutibile buonismo: la scuola ed i suoi docenti devono collaborare alla ricostruzione di senso che solo la scuola pubblica come luogo di apprendimento può dare.

E’ necessario riaprire un dibattito sulla scuola, ma su una scuola NUOVA , ché la vecchia aveva già tanti limiti; dobbiamo chiederci di quale scuola, di quale cultura abbia bisogno questo Paese per segnare un nuovo inizio.

E’UNA SFIDA A CUI NON CI SI PUÒ SOTTRARRE: IL CGD, COME È NELLA SUA STORIA, CI SARÀ.

COORDINAMENTO GENITORI DEMOCRATICI

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