DOCUMENTO CGD NAZIONALE sulla riapertura delle scuole

E’ un bene aver riaperto le scuole ma…

E’ necessario che si attuino tutte le azioni necessarie a far sì che esse non debbano nuovamente chiudere appena l’epidemia dovesse dare segni di ripresa.

La scuola è un diritto costituzionale che deve conciliarsi col diritto alla salute:

  • Stabilire, eventualmente modulandolo in base al colore della regione, la tipologia di monitoraggio e di screening da effettuare nelle singole scuole (in modo da chiudere, se necessario, le singole classi/scuole per contenere gli eventuali focolai) e garantire attività di tracciamento (contact tracing) fra i compagni di classe ed i familiari del soggetto positivo.
  • Controllare l’efficacia del piano dei trasporti ad oggi attivato con un monitoraggio territoriale e con l’obiettivo di arrivare alla presenza del 100% degli studenti.

Il 25 gennaio si sono chiuse le iscrizioni al prossimo anno scolastico

  • il Ministero deve ad ogni costo attivare politiche che consentano un piano di assunzione dei docenti tale da permettere l’abolizione reale delle ‘classi pollaio’. Esso deve andare di pari passo con gli investimenti sull’edilizia scolastica per la costruzione o riqualificazione degli spazi ad esso adibiti.
  • Suggeriamo, nel programmare l’attività del prossimo anno per le classi di prima superiore e alla luce dell’orientamento ‘mancato’ delle classi in uscita dalla secondaria di primo grado, di dedicare molta attenzione e risorse, al monitoraggio degli studenti in ingresso, potenziando i servizi di ri-orientamento delle scuole per limitare abbandoni e conseguente dispersione scolastica. Promuovere altresì la disponibilità nelle scuole alla costruzione di “passerelle” in corso d’anno, soprattutto tra scuole in rete di uno stesso territorio, per  facilitare gli studenti consapevoli di aver operato una scelta sbagliata.
  • Le scuole devono riconoscere i limiti della DAD: stiamo raccogliendo dati preoccupanti sull’ impoverimento generale, sul rischio progressivo di dispersione scolastica che colpisce proprio chi dovrebbe essere garantito maggiormente. La Didattica a distanza, pur se necessaria nell’emergenza, si è rivelata inefficace sul lungo periodo e non ha rappresentato una alternativa valida alla didattica di prossimità; non può essere utilizzata per 5/6 ore di lezione continuative, senza intervalli e con modalità che non si discostano da una didattica tradizionale. La DAD, pur avendo garantito un minimo di collegamento con gli studenti e un minimo di opportunità di formazione, non ha certamente permesso il raggiungimento degli obbiettivi formativi previsti ante COVID.
  •  E’ necessario quindi che si rivedano :
    • i criteri della valutazione per non penalizzare gli studenti che non sono riusciti a stare al passo con le lezioni e con lo studio
    • il RAV e il piano di miglioramento della scuola alla luce delle nuove criticità emerse dal periodo di pandemia;  i test INVALSI, non dovendo essere in nessun modo prerequisito per l’ammissione agli esami e a nessun titolo essere parte della valutazione degli studenti, potrebbero, se utilizzati,  fornire invece dati utili sull’impatto dell’epidemia sulla scuola.
    • il POF e il PTOF per adeguare l’offerta formativa alla nuova situazione (anche a partire dalla spinta alla digitalizzazione della didattica)
  • Le scuole devono darsi nuovi strumenti per verificare il livello di preparazione degli studenti al fine:
    • di predisporre piani di recupero degli apprendimenti e una nuova implementazione del tempo scuola
  • la pandemia ed i relativi lockdown hanno senz’altro inciso nello sviluppo dei nostri bambine/i, adolescenti: è necessario un monitoraggio nazionale sul tema e che siano investite risorse dedicate da parte del Ministero della Salute per potenziare i servizi di prevenzione e cura dedicati ai minori potenziando in tal modo il rapporto scuola/territorio
  • L’uso degli strumenti tecnologici, tipici della DAD, ha modalità e procedure proprie che vanno usate in modo adeguato. Si pensi allora ad una formazione degli insegnanti che consenta di gestire l’uso delle nuove tecnologie nella direzione degli obiettivi didattici che la scuola si pone, rinnovando anche la didattica in presenza.

Esami di stato:

nel predisporre l’esame per le studentesse e gli studenti che si trovano a fine ciclo, ci si chiede come sarà possibile praticare una valutazione con modalità proprie di una scuola tradizionale e come potranno gli studenti, di fine corso, affrontare adeguatamente un esame di Stato tradizionale, dopo assenze così prolungate di scuola in presenza. La crisi di governo in corso che impedisce di adottare provvedimenti straordinari quali le ordinanze sugli esami di Stato, penalizza gli studenti ed i loro docenti che hanno bisogno di sapere tempestivamente la struttura della prova che andranno ad affrontare e la metodologia valutativa ad essa collegata. Sottolineiamo pertanto: linee guida nazionali per lo svolgimento degli esami; garanzia dei massimi standard di sicurezza sanitaria;  

Dobbiamo pensare fin da subito alla scuola del dopo Covid. 

 La scuola ha bisogno di accettare la sfida del cambiamento, tornare ad una visione più organica, più attenta ai bisogni degli studenti, più rispondente al suo mandato costituzionale.  Il CGD ha elaborato proposte di intervento anche attraverso un confronto aperto con altre Associazioni e reti di Associazioni: sullo 0/6, sul tempo pieno per contrastare la povertà educativa e l’abbandono scolastico, sull’edilizia scolastica. 

Per realizzare questo abbiamo bisogno di investimenti strutturati e duraturi basati sul PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza ‘Next Generation Italia’) che deve rappresentare un’occasione importante per l’Italia al fine di attuare determinanti riforme nel campo dell’Istruzione.

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