“Meschine verifiche” – Evidenziatore di Maurizio Parodi -Pedagogista

numeri

Spesso il “disadattamento” è sintomo di un malessere profondo, è la risposta, l’unica possibile per quello studente, date le richieste che la scuola gli rivolge e le risorse (inadeguate) di cui dispone, a una situazione vissuta come estranea, intollerante, opposta ai propri bisogni e desideri. Non è quindi il risultato del fallimento dell’individuo, anche se vi concorre decisivamente, ma la testimonianza drammatica del fallimento della scuola: è la scuola che non compie il proprio dovere, che non svolge il compito affidatole dalla comunità, che non fa proprio ciò per cui esiste.

In che modo un insegnante guarda il bambino «insufficiente»? Come lo vede? Con gli occhiali della docimologia più sciatta? Attraverso le griglie di valutazione? Oltre le sbarre delle gabbie statistiche che ne imprigionano e mortificano la vitalità? Troppo spesso ci si affida, nella marchiatura del voto numerico (anche punitivo, infamante) nella formulazione di giudizi e verdetti (magari frettolosi, superficiali … e devastanti), a prove più o meno strutturate, più o meno rigorose, oltreché a forme di apprezzamento «nasometrico», profondamente viziate da pregiudizi e aspettative inconsapevoli (effetto Pigmalione), mentre «il bambino con la sua straordinaria mente assorbente – l’immagine è di Maria Montessori – capta, confronta, astrae molto, ma molto più di quanto non possa apparire da una delle nostre meschine verifiche».

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